Pregare per i nostri cari defunti

Il mese di novembre è il tempo preferito in cui ci ricordiamo in modo speciale ai nostri cari defunti: ci si reca al cimitero per pregare per le persone care che ci hanno lasciato, per esprimere il nostro affetto ma anche la comunione che esiste, grazie a Cristo, tra noi che viviamo ancora nel tempo e tra coloro che hanno già raggiunto l’eternità.

La morte riguarda ciascuno di noi, riguarda l’uomo di ogni tempo e di ogni spazio. E davanti a questa realtà cerchiamo qualcosa che ci inviti a sperare in un futuro.

Spesso l’uomo prova il timore davanti alla morte sia perché non può accettare che tutto ciò che è stato realizzato durante la vita terrena, venga quasi cancellato in un solo momento, sia perché ha la percezione che alla fine ci sarà un giudizio sulle nostre azioni.

Oggi è diffusa la tendenza che alle grandi questioni della vita si debba rispondere non tanto con la fede, ma in base alle nostre proprie conoscenze ed esperienze; in questo modo di agire, si può perdere il senso profondo della vita o si finisce in forme di spiritismo.

L’uomo ha bisogno di eternità e trova il suo senso più profondo solamente in Dio. Sappiamo che in Gesù Cristo, suo Figlio, Dio si è fatto vicino, è entrato nella nostra vita e ci dice: Io so­no la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno (Gv 11,25-26) e Gesù ci invita: non sia turbato il vostro cuore; abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no non vi avrei mai detto: vado a prepararvi un posto? (Gv 14,1-2). Cristo ha vinto la morte e come Buon Pastore ci porta sulle sue spalle attraverso l’oscurità della morta alla luce della vita eterna.

In questa fede morì anche Santa Monica, la madre di San Agostino; poco prima di morire disse a suo figlio: "Seppellite pure questo mio corpo dove volete, senza darvi pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, dinanzi all’altare del Signore" (Confessioni 9,11, 27).

Perché Santa Monica fece questa supplica? Ogni anima prima di essere per sempre con Dio vedendosi nella luce di Dio, essa stessa sente il bisogno di essere purificata da quello che i suoi peccati hanno provocato nella sua anima. Questa "pulizia" può essere anticipata in vita con le preghiere e la carità; con la morte non possiamo più pregare o fare altro per noi stessi. Nell’aldiquà però chi è vivo può aiutare (=suffragare) i defunti in eventuale purificazione nell’aldilà. Come? Offrendo ad essi quello che si può fare per sé stessi quando si è in vita. L’azione più grande ed efficace però è la S. Messa nella quale Gesù unico mediatore intercede presso il Padre celeste per i viventi ed i defunti. Ogni Messa è sempre il rinnovarsi della Pasqua di Morte e Resurrezione di Gesù Cristo.

Quindi non lasciamo senza aiuto i nostri defunti.

Testo ispirato alle parole di Benedetto XVI